EVERYTHING IS AS IT SEEMS.

Ti fideresti di un cartellone che dice la verità?
“Everything Is As It Seems” trasforma il linguaggio pubblicitario in un esperimento psicologico sull’attenzione, la fiducia e il sospetto.

“Everything Is As It Seems” nasce come esperimento visivo e psicologico.
Una serie di sei cartelloni bianchi, essenziali, che parlano con voce impersonale.
Non promuovono nulla, non offrono risposte, non rivelano un’identità.

L’assenza di significato esplicito genera disagio.

Davanti a un messaggio così neutro, le persone reagiscono in modo opposto: alcuni lo ignorano, altri restano fermi, incuriositi, cercando di capire.

Si chiedono chi parli, perché e a chi.

È in quel momento che l’installazione diventa specchio: riflette la nostra fame di senso, la necessità di dare un ordine anche all’assenza.

Il progetto mette in discussione quanto siamo disposti a fidarci di un messaggio solo perché è stampato in grande, centrato, tipograficamente autorevole.

Altri, invece, cercano di scoprire il codice nascosto, convinti che “non può essere solo quello che sembra”.
Ed è proprio lì che nasce la tensione: tra fiducia e sospetto, tra credere e interpretare.

“Everything Is As It Seems” parla di questa fragilità — di come l’occhio contemporaneo sia addestrato a trovare un senso, anche quando non c’è.

È un invito a fermarsi

A tollerare il vuoto

A riconoscere che la comunicazione ha potere

Potere di manipolare la percezione semplicemente con il tono, la forma e la presenza.

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